La biblioteca di Aldo Palazzeschi
PUBBLICAZIONI

La biblioteca di Aldo Palazzeschi

Catalogo. Nuova edizione riveduta e corretta

A cura di Simone Magherini

  • Simone Magherini
  • Collana: Carte Palazzeschi
  • Anno di pubblicazione: 2013
  • Lingua: Italiano
  • Copyright: 2013 Edizioni di Storia e Letteratura
  • Editore: Edizioni di Storia e Letteratura
  • Licenza: Tutti i diritti riservati
  • Licenza dei metadati: CC0
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  • ISBN: 9788863724912
  • Prezzo: € 68,00
  • Condizioni accesso: A pagamento
La biblioteca di Aldo Palazzeschi è qui raccolta in due sezioni che registrano, secondo ca­tegorie generali di appartenenza (monografie e periodici), l’intero patrimonio posseduto dallo scrittore e pervenuto, per lascito testamentario, alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze. Vi sono aggiunti (opportunamente di­stinti) i libri donati da Palazzeschi alla sua do­mestica Plebe Bellocchio, acquistati dalla Re­gio­ne Toscana nel 2001 e affidati in comodato gratuito al Centro di Studi «Aldo Palazzeschi» del­l’Università di Firenze.
Questi 3682 testi (2173 monografie e 1509 periodici) non costituiscono certo il fondo librario di vaste proporzioni, che crediamo possa accumulare e conservare negli anni un autore così longevo e creativo come Palazzeschi, ma sono lo specchio fedele di un poeta che ha sempre rivendicato con coerenza «l’immagine dello scrittore illetterato», «naturaliter uomo di pen­na, spinto a scrivere da un impulso fisiologico».
La biblioteca con le sue molteplici stratificazioni che tagliano senza rimpianti amicizie e stagioni letterarie, o accumulano in un’apparente confusione volumi e plaquettes di autori amati o semisconosciuti, risponde segretamente all’esigenza creativa della multiforme personalità del­lo scrittore. Quella di Aldo non è una biblioteca sta­tica, accademica, ma una raccolta circolante, sem­pre in movimento. Ad essa non affida il com­pito di conservare ordinatamente i libri ne­gli scaffali, ma di fare coesistere al suo interno tutte le tendenze artistiche, purché dimostrino l’irrequietezza di chi non ha paura di «rompersi il collo» pur di spezzare le misure fissate dal ba­nale senso comune.