Paul Valéry ha scritto: «un musicista può ripetere la sua idea cambiando il modo, il tono, il ritmo, l’andatura – uno scrittore?». Nel tentativo di stabilire un saldo discrimine tra “musicalità” e “musicalization of literature”, questo libro analizza l’interferenza della scrittura musicale nella versificazione e nella progettazione delle raccolte poetiche di Giorgio Caproni. Se gli studi critici avevano finora evidenziato la disseminazione nell’opera in versi di tessere lessicali variamente ascrivibili a una sfera “musicale”, ancora poca attenzione è stata posta sulla verifica della relazione profonda, ossia a livello tecnico, tra le raccolte del secondo Caproni e il modello (o i modelli) della scrittura musicale.
Per la prima volta, Lorenzo Peri, avvalendosi di una solida preparazione umanistica e di sicure competenze musicologiche, ha trac-ciato i percorsi e le forme della ricezione del linguaggio musicale a partire dalla convinzione che sia necessario coinvolgere nell’indagine non solo le occorrenze esplicite, ma anche le dinamiche sotterranee appena percepibili nella filigrana dei testi. Alter-nando analisi filologica e riflessione teorica, questa monografia riordina le forme linguistiche riconducibili alla “fenomenologia dell’estroversione” (il capitolo sulla storia semantica del tremore, la tematizzazione della musica in Albàro) nell’orizzonte di ciò che si qualifica come contenuto manifesto; all’introduzione del polo oppositivo è affidata invece l’individuazione del contenuto latente, volto a dare conto di quel reticolo di relazioni soggiacenti (il dialogo con le partiture di Schubert, Verdi, Beethoven) che rappresen-ta, nel caso di Caproni, il campo privilegiato per lo studio dell’incidenza della musica nella poesia.
Lorenzo Peri vince con questo lavoro la quinta edizione del premio internazionale The Edinburgh Gadda Prize 2015.